COSA FA UNA TATA – EDUCATRICE

Il termine tata si riferisce all’attività che riguarda la cura del bambino nella sua totalità. Se ci riferiamo a bambini molto piccoli il lavoro della tata comprende anche l’igiene del piccolo e se richiesto, l’impostazione del sonno. In generale un educatore è in grado di progettare e programmare delle attività psicomotorie per far si che il bambino svolga delle attività coerenti con la fase di sviluppo in corso. È importante proporre attività pertinenti così da evitare frustrazione e rifiuto.
Tra le attività svolte c’è l’organizzazione dei giochi e del luogo dove il bambino svolge l’attività. Il professionista concorda sempre con la famiglia le attività che propone, per dare poi dei feedback sull’avanzamento lavori. E’ buona consuetudine, a mio parere, tenere un quadernino e un diario. Nel quadernino viene descritto il lavoro svolto, dove poi il genitore potrà leggere cosa avviene durante la giornata. Il diario invece serve come automonitoraggio in cui appuntare idee, situazioni particolari e aspetti su cui lavorare che riguardano il lavoro o il professionista stesso. Il diario è consultato dal professionista e lo aiuta a tenere monitorato il proprio operato e le emozioni correlate.
Lavorare nel campo dell’educazione richiede la messa in gioco della parte emotiva, e questo implica un’attenzione particolare nell’ascolto interiore. L’ascolto permette di accettarsi e svuotarsi per poter accogliere l’altro. Pensiamo al pianto del bambino. Il pianto è quell’avvenimento che fa scattare dentro di noi una serie di allarmismi che riguardano in parte il disagio del bambino stesso, ma in larga parte anche il disagio che riaffiora dentro di noi. Affrontare in modo onesto quello che si muove all’interno, ci permetterà di essere oggettivi e poter affrontare in modo professionale il lavoro di accudimento. Il lavoro di cura implica la capacità di contenere, di accogliere. Non si può accogliere se non c’è spazio. Creare lo spazio necessario è un altro compito dell’educatore, che ogni giorno lavora su sé stesso e sulla sua parte emotiva.
Per fare una tata non serve solo il saper essere (come alcuni pensano:-)) ma serve una grande parte di saper fare! Come detto sopra la tata deve saper organizzare attività pertinenti all’età del bambino (cognitiva e anagrafica). Per fare questo deve conoscere le fasi dello sviluppo del bambino, deve avere competenze in ambito pedagogico e psicologico e deve avere svolto tirocini e simulazioni in realtà che hanno come protagonisti i bambini. Un pezzetto in più che può completare la figura citata è la capacità di fare animazione. Attenzione, non sto affermando che sia obbligatorio, ma semplicemente, che tale competenza ,va a valorizzare maggiormente la figura professionale.
Preciso inoltre che per svolgere il lavoro di tata non è necessaria la laurea, ci sono diversi livelli retributivi a seconda dell’esperienza e delle competenze:  dipende dal tipo di incarico che si va a ricoprire e dalla complessità che richiede.

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